E' l'estate del 1980. Da quasi due anni, le frequenze di TRI , TeleRadioInternational, diffondono nell'interland milanese la follia di questo tizio che oggi mi somiglia proprio poco: ma vedete quanto è magro?!?!?
Non riesco a trattenere l'emozione guardando questa foto: in onda per 24 ore di seguito per salutare gli Ascoltatori della Radio perchè il giorno dopo sarei partito per il Militare. Purtroppo della radio precedente, Radio Milano CapoNord, non ho nemmeno una foto così come per la successiva, Break Station e l'ultima, Radio Dee Jay.
Ma è inutile, il mio più intenso legame è con l'emittente in cui fu scattata questa foto: TRI.
In questa foto, mi vedete con un vinile in mano, seduto in regia dove coperto dalla mia esile figura, c'è un bel microfono; alla destra (non si vedono) tre bei giradischi. Oggi, non è più così. Ed è una tristezza infinita.
Quanta emozione, che meraviglia, che "colleghi" stupendi, che momento, che gioia, che spensieratezza... non riesco a trasferire l'emozione che mi dona il ricordo di quel periodo così irripetibile. Irripetibile, davvero...
Oggi le Radio sono così impersonali, perfette, precise.
Le poche realtà Locali rimaste combattono con tutte le forze per rimanere a galla... schiacciate dai colossi nazionali che se ne infischiano delle emozioni.
Che peccato.
La Radio era compagnia, compagna di una serata passata nel piazzale della chiesa della cittadina con le portiere delle auto aperte per diffondere musica selezionata dal dj preferito che trasmetteva in diretta dalla radio "LOCALE", da cui si assumevano notize che interessavano il territorio; La Radio era gioia nel sentire le canzoni richieste e dedicate, le canzoni e le parole del DJ che non dava il titolo e basta ma che raccontava qualcosa, ti accompagnava nel tempo e ti teneva compagnia.
Le RADIO LOCALI, purtroppo non hanno più il seguito che meriterebbero. Ci siamo lasciati sfuggire l'opportunità di essere parte di quei sogni. La Radio non solo ti faceva sognare, ma ti rendeva parte dei sogni degli altri, interagivi con Essa, parlavi con i DJ, li andavi a trovare a vedere mentre trasmettevano...Era una cosa meravigliosa.
La Domenica mattina in Radio i genitori portavano i bambini a vedere chi "parlava alla radio". Ricordo gli studi pieni di gente coi cappotti, gente con bambini, palloncini, pasticcini e tanta tantissima gioia. Che peccato che non sia più così. Che peccato aver perso così tanto. La Radio era come un'amica sincera che non ti perdeva di vista un attimo; ti consentiva di studiare, non ti brasava il cervello con milioni di immagini al secondo come nei video games. La tv ha ucciso la radio e chi ne faceva parte. Quei pochi sopravvissuti, sono in alcuni casi degli eroi che imperterriti tentano di mantenere vivo il ricordo di come fosse e di come dovrebbe essere; in altri casi, una pallida immagine di quello stile. Stile, eleganza, intraprendenza, innovazione, cultura, gioia, e musica, musica, allegria.
La mia esperienza radiofonica è durata una decina di anni. Pensate che la prima radio che ho frequentato era nel soggiorno di una casa condominiale in cui tra profumo di brasato e lo scoppiettio dell'olio per friggere le patatine, girovagavano senza troppi pensieri la mammona del proprietario e la sua nonnina che avreste dovuto vedere all'opera davanti al mixer con le cuffie in testa quando verso mezzogiorno il nastro di uno dei due registratori terminava e doveva farne partire un altro li affianco: una cosa da pazzi, incredibile: quella era la radio, pioneristica, vera sincera, fatta con passione e amore. E patatine fritte.
Da li, a TRI per una fortunata amicizia tra un mio scomparso zio cantautore che con il Direttore aveva un programma in diretta...Entrai a TRI con una forza e un entusiasmo incontrollabile. Ore ed ore di diretta al mattino, jingle, produzioni di comunicati, serate a tema, feste, programmi nuovi, musica sempre freschissima...che periodo... Poi dopo il militare, Break station per qualche annetto e poi la mitica Radio Deejay. Vabbè da qui in poi, sapete tutto.