Pino Lettieri.
Ha lavorato per oltre 41 anni nel Gruppo Mediaset come Responsabile dei Servizi Musicali e degli Account di tutta la Direzione Musica.
Adesso è CEO e coordinatore del Gruppo "PLHAMMER'S STUDIO" una Joint Venture di Studi di registrazione, pre e post produzione audio, speakeraggi e doppiaggi, con sedi a New York, Los Angeles, Boston, Londra, Stoccolma, Milano, Roma.
Polistrumentista, tecnico audio, produttore musicale, regista televisivo, editor e sonorizzatore video.
Nasco il 24 Aprile del 1961 in un piccolo paesino dell’Italia meridionale in Calabria il cui nome, è tutto un progetto per uno che ambisce a “frequentare” il mondo della musica: “Campana”.
Inizio a suonare la batteria quando non sapevo ancora scrivere.
Ero davvero piccolo…
A nove anni mio Padre mi compra la mia prima Hollywood oceanic, blu e grigia, sei pezzi, un kit classico per l’epoca, una batteria vera che sostituiva i fustini del detersivo di cartone utilizzati in cantina, il mio “studio di registrazione” personale: ero già ambizioso…
Il mio primo “concerto” a dieci, undici anni(?) in un ristorante chissa dove, in mezzo a qualche regione italiana in occasione di un fine anno con cenone, in cui ci presentiamo in ritardo spaventoso perché avevamo perso la strada tra la neve ed il vento di bufera di “quella notte buia e tempestosa”…una cosa classica, per capirci.
Suonare il liscio non mi basta e ovviamente metto in piedi la mia Band! Il nome della band con uno sforzo creativo senza pari è PDM, dai nomi dei componenti, Pino, Diego, Mauro. Ma non vi sfugga il chiaro parallelismo con il nome più altisonante dell’epoca, EL&P, che cavolo! L’ho dichiarato: ero ambizioso. Senza essere ( e mai lo diventerò) un virtuoso, prendevo in mano uno strumento e dopo qualche minuto, più o meno, lo suonicchiavo…Così mi appassionai alla chitarra, il basso ed in seguito alla tastiere. Ma i tempi non erano ancora maturi per poter dare luogo neanche all’embrione del pensiero che ho avuto modo dopo molti anni di sviluppare.
Decido che di musica potrei viverci e quindi faccio tutto il percorso tipico:
Divento Speacker radiofonico, e Disc Jokey (che termine obsoleto…), continuo a suonare e mi lancio in quella che sarà l’avventura fondamentale della mia vita: partecipo ad un Programma televisivo che emetteva i suoi primi vagiti da una “Tv libera” (mamma mia…) che avrebbe in seguito preso il nome di Canale 5 (…)
Una gara tra D.J. che vinco, la faccio breve. Da quel momento non mi sono più spostato da li dentro e ho contestualmente all’attività di figurante prima e di assistente musicale poi, lavorato in alcune Radio del milanese tra le quali mi piace ricordare Radio Dee Jay in cui davvero ho fuso l’attività televisiva con quella radiofonica affinando e costruendo l’esperienza produttivo musicale che da li a poco avrebbe generato la passione che oggi muove la mia attività.
La televisione era agli inizi. Quindi in maniera pionieristica, ho esplorato un po’ tutti gli aspetti professionali di questo mondo all’epoca così tutto da scoprire e inventare. Ho provato anche a fare “l’artista” beh…non si sa mai, pensavo: ho scritto qualche canzoncina dance e con un mio compianto Amico, Maurizio Barosi, ci lanciammo addirittura nella Produzione discografica gettando un sacco di soldi… Ma fu un’esperienza elettrizzante che diede vita a quella porzione fondamentale e complementare del desiderio di fare ciò che amo fare oggi. Ehh ne è passata di acqua sotto i ponti…
Chiaramente il divertimento e la facilità con cui da qui in poi le cose si potevano fare, mi portò ad una tale abilità che proiettava i progetti in realizzazioni un tempo impensabili se non con mesi di lavoro e spese assurde. Oggi con un semplice pc ed un editor da pochi soldi, si possono fare cose per le quali un tempo erano necessarie decine di ore di montaggio e decine di sonorizzazione con uomini e turni a rotazione.
In tre decenni, ho affinato l’istinto del saper scegliere la giusta musica per sottolineare e sostenere le emozioni a supporto delle immagini. Ho imparato a “manipolare” la musica, a scriverla, arrangiarla, produrla, gestirla. E per puro svago e divertimento, ho anche imparato a suonicchiarla.
P R O D U Z I O N E:
FOG, l'album della Tribute band dedicata agli EL&P
Un giorno, girovagavo per il WEB alla ricerca di qualche covers della mia Band preferita, gli Emerson Lake & Palmer, all'epoca, miei miti assoluti.
Capitai per caso su un nome che mi rimandava ad un file audio di pessima qualità generale, ma ciò che ascoltai mi fece letteralmente sobbalzare sulla sedia: quel "tizio" suonava come Keith Emerson, con lo stesso suono, le stesse cose! Lo contattai insultandolo con veemenza: come poteva permettersi di esistere senza che io ne fossi messo al corrente? Una mail piena di parolacce. Intuii immediatamente il carattere, l'indole e la personalità di quel tizio.
Mi scrisse e diventammo "Fratelli". Aveva una Tribute band agli EL&P con altri due suoi amici. Gli proposi di diventare il loro Producer, ovviamente visto che erano spiantati come non mai, la cosa non ebbe a trovare troppe difficoltà... Più che fratelli, davero. Cominciammo a girovagare per l'italia in serate più o meno deliziose, più o meno fallimentari...La band, cambiò il nome in FOG, dalle iniziali dei loro cognomi, con un rimando allo stile ermetico degli ELP, ma con la furbata del significato come sostantivo, NEBBIA. Un periodo strepitoso della mia vita. Stare con quei "tre deficenti" (li chiamavo così..) era straordinariamente bellissimo, ci scassavamo di risate, stavamo bene insieme e mi definivano il "quarto elemento del trio"...L'ho detto, dei deficenti, ma li amavo e li amo ancora...sono dentro il mio cuore come fratelli anche ora che le nostre strade sono diverse...
ma torniamo a bomba:
Con l'aiuto di un mio amico, producemmo il loro primo ed unico album "vero" in uno studio vero.
Il" tizio" di cui sopra si chiama Gianluca Tagliavini, gli altri due storditi, Fausto Corcione al basso e voce, ed Oscar Abelli alla batteria e percussioni.
In circa tre settimane tra registrazioni e mixaggi, riuscimmo a realizzare un vero e proprio capolavoro del "coverismo", passatemi il termine...Un Album dall'immenso valore culturale, suonato con strumenti dell'epoca con dispendio di energie e entusismo mai visti prima per un "tributo". Usci con Ruginenti alla Feltrinelli con un discreto successo di vendite. Loro , i FOG, furono strepitosi: suonarono tutto "in diretta", una cosa da pazzi, mai vista...
Un album vero. Ora si fregiavano di un Album da vendere nei concerti, sul sito eccetera...erano al settimo cielo ed io con loro. Che periodo meraviglioso, che momenti indimenticabili...
Dopo alcuni annetti, i miei impegni comiciavano a non consentirmi di svolgere a pieno la funzione di manager del gruppo e mi decisi pertanto a lasciare l'incario alla più energica Iaia de Capitani, attuale Moglie di Franz. Facemmo una serata a Trieste: il sabato suonava la Pfm, la domenica i FOG con alla batteria Carl Palmer. Un evento ripreso dai tg locali e rai regione, oltre che dai giornali. In quella serata a mio avviso si crearono le condizioni che da li a poco dopo avrebbero cambiato in parte, la vita di Gianluca. La PFM assistette al concerto dei miei FOG, restando ovviamente colpita dalla bravura di Tagliavini di cui fino a quel momento ne avevano solo sentito parlare da me e poi da Iaia. In buona sostanza: la "vicinanza" tra Gianluca e la PFM, e la "stanchezza" di Flavio Premoli, diedero vita ad una serie di circostanze che portarono il primo a diventare il sostituto del secondo nell'imminente tournee della PFM che avrebbe attraversato tutta l'America da quella meridionale fin su nel Canada...
Gianluca (con il mio MINIMOOG) è stato per una mezza dozzina di anni, il Tastierista della PFM. Non male no?
Ecco, più o meno e tutto.